Ogni anno nel mondo vengono sprecati 1.3 bilioni di tonnellate di cibo, per un valore economico di 800 bilioni di euro.
Con spreco alimentare si intende lo scarto intenzionale di prodotti commestibili, soprattutto da parte di dettaglianti e consumatori, dovuto al comportamento di aziende e privati.
Lo “spreco alimentare” va distinto dalla “perdita di cibo”. termine con cui ci si riferisce alla riduzione non intenzionale del cibo destinato al consumo umano che deriva da inefficienze nella catena di approvvigionamento: infrastrutture e logistica carenti, mancanza di tecnologia, competenze, conoscenze e capacità gestionali insufficienti.
La perdita di cibo, avviene soprattutto nella fase di produzione, di post raccolto e di lavorazione dei prodotti, per esempio quando il cibo non viene raccolto o è danneggiato durante la lavorazione, lo stoccaggio o il trasporto.
Secondo un recente studio condotto dal Gruppo di ricerca dell’Osservatorio sprechi alimentari del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria), pubblicato sulla rivista internazionale Foods, le famiglie italiane buttano via il 4,4% del cibo acquistato ogni settimana.
Le cause dello spreco alimentare
Lo spreco di cibo è dovuto principalmente allo scarto, da parte dei venditori e dei consumatori, di prodotti che non corrispondono a uno standard ideale e appetibile sul mercato. Spesso frutta e verdura, perfettamente commestibili, vengono scartate perché ammaccate, macchiate, di pezzatura più piccola della media o con forme insolite. Un altro fattore è la tendenza a non esporre più sugli scaffali, o a non comprare cibo vicino alla data di scadenza, sebbene sia ormai di conoscenza comune il fatto che molti cibi siano perfettamente consumabili anche oltre tale data.
A livello di distribuzione, resta poi il problema dell’invenduto, poiché l’offerta supera spesso, e di gran lunga, la domanda. Mentre a livello domestico spesso viene comprato e cucinato più cibo del necessario, che poi viene buttato perché andato a male prima di consumarlo, o semplicemente perché avanzato sulla tavola.
L’impatto sull’ambiente dello spreco alimentare
La perdita e lo spreco di cibo non causano solo danni economici ma anche ambientali.
Lo spreco alimentare produce globalmente l'equivalente di 3,3 Giga-tonnellate di CO2 ogni anno. Questo numero si riferisce allo spreco alimentare come il terzo produttore di CO2 al mondo, dopo gli Stati Uniti e la Cina.
L'acqua utilizzata per la produzione di cibo, che viene poi sprecato, è di circa 250 km cubi, per dare un ordine di grandezza, è pari alla foce del Volga.
La terra occupata dal cibo che poi va sprecato era nel 2007, secondo i dati del rapporto FAO, di circa 1,4 miliardi di ettari, un'area più grande della superficie di Canada e Cina, e seconda solo a quella della Federazione Russa.
L’impatto sociale dello spreco alimentare
Lo spreco alimentare nelle nazioni più ricche contribuisce direttamente alla fame nel mondo. Tutti gli stati, ricchi e poveri, acquistano prodotti alimentari sullo stesso mercato internazionale. Se i paesi con maggiori possibilità economiche acquistano centinaia di milioni di tonnellate di cibo che poi vanno sprecate, tolgono dal mercato cibo che altrimenti verrebbe acquistato da altri stati. L'aumento della domanda causa aumenti dei prezzi che hanno un impatto diretto sul potere d'acquisto dei paesi in via di sviluppo.
Come ridurre lo spreco alimentare: 6 consigli pratici
Il dimezzamento dello spreco alimentare pro-capite è uno degli obiettivi cardine dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta dai Paesi delle Nazioni Unite nel 2015. A livello europeo, il Parlamento dell’Unione ha fissato come obiettivo il dimezzamento degli sprechi alimentari entro il 2030 e la Commissione dovrebbe adottare delle direttive, vincolanti per gli Stati membri, entro il 2023. Nel 2016 in Italia è entrata in vigore la Legge Gadda, che ha come obiettivo la riduzione degli sprechi favorendo il recupero dei prodotti in eccedenza e la loro donazione.
Per ridurre gli sprechi alimentari domestici è sufficiente osservare alcuni semplici consigli:
- Imparare a fare una spesa ecologica acquistando solo ciò che occorre;
- cucinare solo il cibo che si è certi di consumare;
- congelare gli avanzi o donarli ad amici e parenti;
- utilizzare il cibo avanzato nel pranzo o nella cena del giorno successivo, basta cercare su internet per trovare molte ricette creative da preparare sfruttando gli avanzi;
- controllare le date di scadenza dei cibi che si hanno in casa e consumare per primi quelli con la data di scadenza più prossima
- conservare correttamente gli alimenti per evitare che si deteriorino prima del tempo;
Anche la tecnologia viene incontro nella lotta agli sprechi alimentari. Esistono numerose app che agiscono a diversi livelli della catena di distribuzione e consumo del cibo. Alcune app mettono in contatto chi vende cibo, siano essi produttori, supermercati, bar ristoranti con potenziali clienti. In questo modo gli esercenti mettono a disposizione dei clienti, prodotti vicini alla scadenza ma ancora perfettamente commestibili come il cibo cotto invenduto o i prodotti scartati perché non rispettano gli standard estetici per essere commercializzati.
Altre app invece, forniscono suggerimenti su come cucinare il cibo avanzato o come conservare al meglio il cibo per non farlo deperire. Infine esistono delle app che facilitano la donazione del cibo a enti di beneficenza che si occupano di persone in difficoltà.
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