Lampade a led: storia di una tecnologia che ha cambiato il mondo
Le lampade a led hanno rivoluzionato il settore dell’illuminazione e stanno sostituendo quelle a incandescenza all’interno degli ambienti domestici poiché offrono una maggiore efficienza che si traduce in un considerevole risparmio in bolletta.
L’invenzione delle lampade a led ha segnato una svolta nel campo delle tecnologie usate per illuminare l’ambiente domestico e, a differenza delle lampade a incandescenza, permettono di massimizzare il risparmio energetico in bolletta: infatti, la tecnologia led è progettata per ottimizzare i consumi e al tempo stesso garantire un’ottima luminosità grazie all’elevata efficienza energetica.
Il LED, acronimo di Light Emitting Diode, è una tecnologia basata sull’impiego di diodi a emissione luminosa che fu sviluppata per la prima volta nel 1962, anno in cui l’inventore statunitense Nick Holonyak Jr. scoprì che alcuni materiali semiconduttori possedevano la capacità di emettere fotoni, e quindi luce, quando venivano stimolati da un impulso elettrico.
La prima applicazione pratica di un LED risale al 1968 quando viene immesso sul mercato il primo diodo a luminescenza rossa di tipo GaAsp (Fosfuro Arseniuro di Gallio) che segna la nascita delle lampade a led, in principio utilizzate solo come indicatori a causa della bassa intensità luminosa. Negli anni successivi, grazie all’evoluzione tecnologica e allo sviluppo di nuovi materiali semiconduttori, furono realizzati LED verdi, gialli e arancioni, mentre nel 1972 l’Università di Stanford creò il primo LED blu-violetto che farà il suo ingresso nel mercato solo nel 1989.
Una delle scoperte più importanti nel campo della tecnologia LED si deve ai ricercatori giapponesi Shūji Nakamura, Isamu Akasaki e Hiroshi Amano che tra il 1993 e il 1995 svilupparono prima un LED blu brillante e poi un altro, particolarmente efficiente, nello spettro del verde (diodo InGaN), arrivando così al primo LED bianco. Tale scoperta è valsa ai tre ricercatori il Premio Nobel per la Fisica 2014 assegnato congiuntamente a Nakamura, Akasaki e Amano con la seguente motivazione: “per l'invenzione di efficienti diodi emettitori di luce blu che ha permesso sorgenti di luce bianca luminosa e a risparmio energetico".
Le lampade a led, così come le conosciamo oggi, fanno la loro comparsa sul mercato agli inizi degli anni 2000 e sono utilizzate sia nell'ambito dell'illuminazione domestica che nei sistemi di illuminazione pubblica e automotiva. Queste lampade, a differenza di una normale lampada a incandescenza, hanno una lunghissima durata, garantita dai diodi di ultima generazione, consentono di risparmiare fino all’80% di energia elettrica, e sono molto resistenti.
I costi delle lampade a led sono più elevati rispetto ad altre tipologie, tuttavia l’investimento iniziale viene ammortizzato nel tempo poiché i LED hanno un ciclo di vita molto più lungo rispetto alle tradizionali lampadine e una maggiore resistenza agli urti.
Lampade a led per interni: 4 consigli per una scelta efficiente
Per scegliere la lampada a led più adatta alle proprie esigenze è importante saper leggere e interpretare le informazioni riportate sulla confezione.
Ecco quali sono gli aspetti a cui prestare attenzione quando si acquistano lampade a led:
- Lumen (lm)
Se i Watt rappresentano l’unità di misura della potenza di una lampada, i lumen indicano l’intensità luminosa, ovvero la quantità totale di luce (visibile all’occhio umano) prodotta da una lampada a led. In altre parole, i lumen indicano la capacità di illuminazione che una lampada a led riesce a garantire. Maggiore è il numero di lumen, più alta sarà la luminosità di una lampada.
Non è facile calcolare il rapporto Watt/lumen per questo i produttori, allo scopo di rendere più semplice il paragone tra le due unità di misura, tendono a inserire il confronto tra la potenza in Watt e i lumen sulla confezione delle lampade a led. Ad esempio: per illuminare in modo efficace un ambiente spazioso è necessario installare lampadine a led da 2.000 lumen che corrispondono a circa 150W. Per ambienti non principali, invece, come un piccolo ingresso o l’angolo del salotto, si dovranno acquistare lampadine tra i 500 e i 1000 lumen, mentre per una lampada led da tavolo saranno sufficienti 500 lumen.
2. Tempo di accensione
Il tempo di accessione indica il tempo che la lampadina impiega per raggiungere la sua massima luminosità. In genere, si tratta di un valore relativo ai modelli fluorescenti compatti e segnala la percentuale di luminosità raggiunta in un certo numero di secondi. Ad esempio: una lampadina che raggiunge il 70% della luminosità entro i 100 secondi dall’accensione non può essere installata in corridoio o in una stanza di passaggio dove la permanenza è limitata, come la dispensa o il guardaroba. È importante ricordare che, a differenza delle lampadine a compatte fluorescenti, le lampade a led raggiungono subito la massima intensità luminosa.
3. Calore della luce
Un altro importante parametro da valutare è il calore della luce espresso in gradi Kelvin (K), la scala che misura l’emissione di calore sulla base del colore: le lampadine a led, infatti, possono emettere una luce più o meno calda (tonalità che tendono al giallo e al rosso) o fredda (tonalità che tendono al blu). La scelta tra una luce calda e una fredda varia in base all’ambiente e al risultato che si vuole ottenere da un punto di vista estetico: ad esempio, le luci calde creano un’atmosfera rilassante e sono l’ideale per la zona notte o il salotto, mentre quelle fredde sono perfette per stanze come lo studio o la cucina.
4. I diversi tipi di attacco
A differenza delle lampadine tradizionali, le lampade a led hanno diversi tipi di attacchi e tra questi i più diffusi sono gli E27 (attacco grande) e gli E14 (attacco piccolo). In genere, i primi sono comuni nelle lampade led da terra oppure per le lampade a led da soffitto, mentre gli attacchi E14 sono tipici delle lampade da tavolo e delle applique. Per i faretti si utilizza l’attacco GU10, detto anche baionetta, oppure il GU 5.3 valido anche per faretti ad incasso con trasformatore.
Come smaltire le lampade a led?
Le lampade a led, una volta terminato il ciclo vitale, non vanno smaltite nell’indifferenziata poiché appartengono alla categoria R5 (Sorgenti luminose) che include anche lampade che contengono gas (come quelle a incandescenza), tubi fluorescenti al neon, lampade a risparmio energetico, a vapori di mercurio, sodio, ioduri, o sotto vuoto.
Distinguere le varie tipologie di rifiuti è il primo passo di una corretta raccolta differenziata e favorisce il riutilizzo sostenibile delle materie di scarto attraverso il riciclo.
Le lampade a led esauste, in particolare, devono essere portate nei centri di raccolta abilitati (isola ecologica) e conferite negli appositi contenitori oppure consegnate a un rivenditore al momento dell’acquisto di quelle nuove.
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