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Repair economy: l’importanza del riuso

Repair economy: come funziona – A2A Energia

Il Parlamento europeo ha approvato la direttiva sul “diritto alla riparazione”, che punta a prolungare il ciclo di vita di beni rotti o difettosi. Scopriamo insieme cosa si intende per “repair economy”, quali realtà si stanno già attivando in questo senso, cosa prevede la direttiva e come può contribuire a ridurre gli sprechi. 

Economia circolare: cosa si intende per “diritto alla riparazione”

Il “right to repair”, o “diritto alla riparazione”, consiste in una serie di norme che puntano a garantire ai consumatori la possibilità di riparare i prodotti acquistati, anziché doverli sostituire o scartare quando si guastano o sono difettosi. Quali sono i vantaggi del riuso e del riparare? Si tratta di una pratica fondamentale nel contesto dell’economia circolare, che può contribuire a ridurre gli sprechi e a promuovere una maggior consapevolezza ambientale e di sostenibilità.

Repair economy: cosa prevede la direttiva UE sul “diritto alla riparazione”

Approvando la direttiva sul “diritto alla riparazione”, l'Europa intende promuovere la riparazione dei prodotti difettosi anziché il loro smaltimento, offrendo loro una seconda vita e riducendo i rifiuti. In particolare, le norme approvate a fine aprile 2024 dal Parlamento europeo prevedono:

  • l'obbligo per i fabbricanti di offrire servizi di riparazione tempestivi per i prodotti danneggiati o rotti;
  • l'obbligo di fornire ai consumatori informazioni sul loro diritto alla riparazione e sulle modalità relative al singolo prodotto;
  • l'obbligo per i fabbricanti di mettere a disposizione pezzi di ricambio e tutto l'occorrente per riparare i prodotti inseriti nelle categorie elencate dalla direttiva;
  • il divieto di rifiutare la riparazione di un prodotto nei casi in cui sia realmente impossibile, il fabbricante è tenuto ad offrire un prodotto ricondizionato;
  • il divieto di includere nei prodotti elementi non smontabili o altri sistemi che rendano impossibile la riparazione;
  • aiuti come incentivi, buoni acquisto e campagne di informazione, per il consumatore che sceglie di riparare un proprio prodotto;
  • il prolungamento della garanzia legale di dodici mesi per varie categorie di prodotti. 

Quali prodotti rientrano nella direttiva UE

Al momento, la direttiva sulla repair economy si applica alle seguenti categorie di prodotti, ma il Parlamento europeo prevede di ampliare tali categorie in future modifiche:

  • frigoriferi; 
  • aspirapolveri; 
  • lavatrici; 
  • cellulari;
  • telefoni cordless; 
  • lavastoviglie. 

Le iniziative in Italia

Negli ultimi decenni la sostituzione è stata spesso privilegiata rispetto alla riparazione, e i consumatori non sono stati sufficientemente incentivati a riparare i propri beni dopo la scadenza della garanzia legale. Il diritto alla riparazione renderà l’aggiustare più conveniente con la possibilità per tutti di contribuire a ridurre i rifiuti. In Italia sono tante le realtà che aiutano a farlo, proponendosi come supporto per le riparazioni, e per estendere il ciclo di vita dei prodotti.

Un modello virtuoso è rappresentato dalla rete dei Repair Café, che offrono servizi di riparazione per qualsiasi oggetto. Si tratta di un'iniziativa di volontariato nata nel 2009 in Olanda, ora presente anche in tutte le regioni d'Italia. Come nel Lazio, dove si contano diversi centri e dove, nel 2015, è stato aperto il primo “repair café" del nostro Paese a Roma. Tuttora attivo, questo spazio riunisce riparatori, apprendisti ed appassionati di bricolage che hanno messo a disposizione di tutti le proprie abilità tecniche per aggiustare e riutilizzare cellulari, dispositivi elettronici, elettrodomestici e altri oggetti altrimenti destinati alla discarica. Nel “repair café" di Roma, inoltre, vengono promossi anche corsi di riciclo e riuso creativo

Insieme a noi di A2A, per uno stile di vita sostenibile 

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