Vivere zero waste, ovvero secondo un approccio a rifiuti zero, non è più una scelta ambientalista ma una necessità. I dati che la scienza ci mette a disposizione, infatti, parlano chiaro: i modelli di produzione e consumo su cui si è basato fino ad oggi lo sviluppo umano non sono più sostenibili. Per soddisfare l’attuale tenore di vita, almeno nei paesi industrializzati, l'umanità utilizza molte più risorse di quante il nostro Pianeta sia in grado ogni anno di rigenerare.
L'indicatore che si utilizza per stabilire il consumo delle risorse naturali è la cosiddetta impronta ecologica, uno standard che rileva l’impatto ambientale complessivo delle attività umane. In particolare, secondo la definizione del Global Footprint Network, l’indicatore misura quanta superficie terrestre e acquatica biologicamente produttiva è utilizzata dall'umanità per produrre tutte le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti generati.
Al ritmo di crescita odierno, per sostenere i consumi attuali l’umanità avrebbe bisogno di 1,7 pianeti, ma, come recita un famoso slogan ambientalista: "We have no Planet B", ossia “Non abbiamo un Pianeta B". Vediamo qual è esattamente il significato di zero waste, per capire meglio, anche attraverso alcuni esempi pratici, come ridurre il proprio impatto ambientale attraverso scelte di consumo responsabili e uno stile di vita sostenibile.
Approccio zero rifiuti: dall'economia lineare a quella circolare
Le istituzioni e le grandi realtà economiche e industriali sono ormai consapevoli dell’insostenibilità del moderno sistema economico, per questo motivo sono sempre di più i decisori politici e le aziende che stanno promuovendo il passaggio da un modello di economia lineare (basato sull’approccio “estrarre, produrre, utilizzare e gettare via”), verso un modello di economia circolare che estende il ciclo di vita dei prodotti, evitando di trattarli come rifiuti da gettare via una volta che hanno concluso il loro utilizzo, ma come risorse da recuperare e riutilizzare.
Questo schema punta a reintrodurre nel sistema economico i materiali di scarto di cui i prodotti sono composti, per realizzare con essi nuovi beni di consumo e generare nuovo valore, senza ricorrere a un ulteriore consumo di risorse naturali. Per rendere efficace questo sistema, però, è necessario il contributo di tutti, compreso quello dei consumatori, attraverso l’adozione di uno stile di vita basato sui principi dello zero waste, ovvero a rifiuti zero.
Cosa significa zero waste
Tra i principali teorizzatori del concetto di "Zero Waste" c’è stato il professore Paul Connett, ricercatore della St. Lawrence University di New York, un lavoro che ha trovato un immediato riscontro nella comunità internazionale portando alla creazione della Zero Waste International Alliance. Si tratta dell'associazione che si batte per educare alla conservazione delle risorse naturali attraverso la produzione responsabile, il consumo, il riuso e il recupero di prodotti, incarti e materiali, senza bruciarli o gettarli nell’ambiente.
L'Italia, anche per via della sua endemica carenza di materie prime, è già per molti aspetti all'avanguardia in questo campo. Infatti il nostro Paese è al primo posto in Europa per la raccolta differenziata. Ma l'approccio zero waste è qualcosa di molto più ampio del semplice riciclo, infatti si fonda su un radicale cambio di mentalità da parte di chi produce e consuma, volto ad agire su una gestione più consapevole e sostenibile di beni e prodotti, ben prima che questi arrivino alla discarica.
I principi dello zero waste: le 6R
Nella vita di tutti i giorni, i principi dell'approccio zero waste si possono riassumere in alcuni semplici norme di comportamento, sintetizzate dalla regola delle 6R che aiuta a capire come vivere in modo sostenibile secondo il modello zero rifiuti:
- Refuse - rifiuta i prodotti monouso o di breve durata, destinati a finire quasi subito nella spazzatura con un ciclo di vita troppo corto;
- Reduce - riduci i consumi acquistando solo ciò di cui hai davvero bisogno, evitando gli acquisti impulsi di beni di consumo inutili;
- Reuse - riutilizza i prodotti prima di buttarli via, sia in modo funzionale che creativo;
- Recycle - ricicla ciò che non puoi riutilizzare, effettuando in modo attento e responsabile lo smaltimento dei rifiuti e la raccolta differenziata;
- Rot - riduci in compost i rifiuti organici domestici, consegnandoli agli appositi contenitori per la raccolta dell'umido, oppure effettuando in autonomia il compostaggio;
- Repair - ripara i prodotti, imparando a fare quei piccoli interventi che consentono di rimettere in uso oggetti e materiali che altrimenti andrebbero in discarica, oppure rivolgersi a un professionista.
L’approccio zero waste in Italia
Nel nostro Paese sono attive ormai da tempo diverse organizzazioni che sostengono l'approccio Zero Waste e promuovono con provvedimenti concreti uno stile di vita a rifiuti zero da parte dei cittadini. In particolare, l’Italia è il Paese con più comuni zero waste in Europa, ossia centri cittadini che hanno adottato la strategia di riduzione dei rifiuti e miglioramento del sistema di riciclo.
Un esempio di città zero waste in Italia è Capannori in Toscana, un piccolo centro di 46.272 abitanti situato nei pressi di Lucca, certificato secondo lo standard Zero Waste Cities come il primo comune a zero rifiuti in Italia. Grazie a un processo durato oltre 15 anni, Capannori ha raggiunto l’86,50% di raccolta differenziata, con una produzione di rifiuti di soli 59 kg a persona (il 60% più bassa in confronto alla media nazionale).
Suggerimenti ed esempi di zero waste
Per essere coerente con i principi dello zero waste non è necessario convertirsi ad uno stile di vita ascetico. Come afferma la scrittrice Anne-Marie Bonneau, tra i leader più influenti del movimento zero waste a livello internazionale, "Per cambiare le cose non abbiamo bisogno di una manciata di persone che pratica perfettamente lo zero waste, ma di milioni di persone che lo facciano in modo imperfetto".
Ecco quindi cosa fare per adottare uno stile di vita a rifiuti zero:
- evitare i prodotti usa e getta, infatti piatti, bicchieri e posate monouso possono essere messi da parte utilizzando un servizio vero e proprio, oppure si possono usare stoviglie e posate realizzate in materiale compostabile;
- effettuare la raccolta differenziata dei rifiuti, in questo modo i prodotti di scarto a fine ciclo possono essere trasformarti in una risorsa attraverso il loro corretto smaltimento;
- usare una borraccia o una caraffa per bere, evitando di consumare centinaia di bottiglie di PET ogni anno, infatti anche quando finiscono nella raccolta differenziata richiedono molta energia e causano elevate emissioni inquinanti per essere prodotte, mentre se vengono disperse direttamente nell'ambiente sono causa di gravi danni per gli ecosistemi marini e terrestri; basta prendere l'acqua direttamente dal rubinetto o dagli erogatori;
- preparare il pranzo a casa, infatti ordinare il cibo in ufficio comporta un certo consumo di risorse ed emissioni per il trasporto e la confezione del pasto, perciò è preferibile cucinare a casa e portarsi dietro il cibo in contenitori rigidi riutilizzabili;
- evitare i sacchetti gelo per conservare e surgelare i cibi, preferendo al loro posto i contenitori rigidi che possono essere riutilizzati, poiché i sacchetti di plastica sono praticamente monouso in quanto si rompono facilmente e sono difficili da pulire;
- preferire il caffè in polvere o chicchi a capsule e cialde, infatti a causa dell’enorme diffusione delle macchine automatiche per il caffè espresso, ogni giorno vengono consumate migliaia di cialde e capsule difficili da riciclare, che finiscono per la maggior parte in discarica nella spazzatura indifferenziata, perciò è importante usare la vecchia Moka e concedersi una pausa più lunga, o almeno optare per le cialde compostabili;
- portarsi sempre dieto la borsa della spesa, considerando che dal 2018 è vietata la vendita di borse e sacchetti di plastica, sostituiti da quelli realizzati in materiali biodegradabili, tuttavia la soluzione migliore è l’utilizzo di borse riusabili quando si va al supermercato;
- scegliere prodotti sfusi quando possibile, poiché il packaging è responsabile di una parte considerevole dei rifiuti che ogni giorno affluiscono nelle nostre discariche o vengono dispersi nell’ambiente, motivo che sta spingendo molte aziende ad utilizzare confezioni più minimaliste realizzate in materiali eco-friendly, oppure a proporre alcuni prodotti sfusi come i detersivi;
- utilizzare spazzolini compostabili, infatti in media ogni persona utilizza nella sua vita ben 320 spazzolini per l'igiene dentale; tuttavia quelli tradizionali sono realizzati in plastica non riciclabile, quindi è meglio sostituirli con quelli in legno di bambù, in quanto a fine ciclo possono essere gettati nell'umido, oppure acquistare spazzolini in plastica ma con la possibilità di sostituire la sola testina;
- acquistare meno e meglio evitando lo shopping compulsivo, domandandosi prima di acquistare un prodotto se veramente è necessario o si tratta di un bene di consumo superfluo, magari cercando di preferire la qualità in favore della quantità, scegliendo prodotti migliori e più durevoli e dando la priorità ai prodotti realizzati con materiali naturali e provenienti da una filiera rispettosa dell'ambiente;
- comprare nei negozi vicino casa, sebbene lo shopping online sia diventato un'abitudine per tutti grazie alla sua comodità, è importante farne un uso consapevole, in quanto i costi ecologici della logistica che mobilitiamo per far arrivare i prodotti a casa sono davvero ingenti;
- riparare i prodotti se possibile, benché negli ultimi decenni ci siamo abituati a gettare i prodotti non appena subiscono qualche danno per sostituirli subito con altri nuovi, un modello di consumo ovviamente non sostenibile, mentre prima di portare in discarica i prodotti bisogna valutare bene se c'è la possibilità di ripararli oppure optare per il riciclo creativo, un modo smart ed economico per dare nuova vita a materiali e oggetti di scarto;
- fai da te, una vecchia formula che si adatta perfettamente all'approccio zero waste, infatti con un po' di curiosità è possibile scoprire che esistono molti i prodotti che è possibile realizzare in autonomia a casa, come il sapone, lo sgrassatore, l'anticalcare e perfino alcuni ingredienti per le ricette in cucina come le piante aromatiche.
Il nostro impegno nello sviluppo dell’economia circolare
Per noi di A2A, come Life Company, prendersi cura della vita dei singoli e della comunità significa supportare quei cambiamenti e quelle innovazioni che contribuiscono alla salvaguardia del nostro Pianeta. Ci proponiamo come guida di questa transizione, impegnandoci a creare valore attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie e il riutilizzo delle risorse già esistenti, in un’ottica di economia circolare. Tutto può tornare a essere importante, grazie al virtuoso dialogo tra cittadini imprese e istituzioni. Per noi non esistono scarti, solo valore.